Una targa scoperta dai figli Marina e Alberto segna oggi il ricordo di Amintore Fanfani in Consiglio regionale. Quella che fino a ieri era la sala Gigli del palazzo del Pegaso, a fianco della sala del Gonfalone al primo piano, è da oggi la sala “Amintore Fanfani”. Alla cerimonia, nella giornata in cui ricorrono venti anni dalla morte dell’uomo di stato e di governo, hanno preso parte il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, la vicepresidente Lucia De Robertis, il consigliere regionale Stefano Baccelli, e, per la famiglia, i figli Marina e Alberto, il cognato Pier Domenico Mazza, e il nipote Giuseppe Fanfani, già parlamentare, sindaco di Arezzo e componente laico del Consiglio superiore della magistratura.

“Abbiamo voluto che le sale più rappresentative del Consiglio regionale portassero il nome delle personalità più eminenti della Toscana del dopoguerra, o che comunque avessero un rapporto con la Toscana. Dopo Giovanni Spadolini, Carlo Azeglio Ciampi, Sandro Pertini, ricordare Amintore Fanfani era fondamentale, fra gli uomini che hanno svolto un ruolo di primo piano, presidenti della Repubblica o capi del Governo”, dichiara il presidente Giani. “Personaggio di rilievo internazionale, nato a Pieve Santo Stefano, diventato tre volte presidente del Senato e cinque volte presidente del Consiglio dei ministri, Fanfani è una figura importante e cara a tutti i toscani, insieme a La Pira uno dei ‘professorini’– prosegue Giani –, colui che coniò il primo articolo della nostra Costituzione. Alla politica di oggi, potrebbe insegnare a essere insieme molta attenta al proprio territorio e allo stesso tempo capace di guardare lontano”. Ai ragazzi della scuola ISI ‘Carlo Piaggia’ di Viareggio, questa mattina in visita al palazzo del Pegaso, Giani rivolge l’invito a “studiare la sua figura, esempio di buona politica”.

“Fanfani è stato un faro, dobbiamo essere illuminati da quanto ha lasciato il nostro illustre concittadino, dalla sua straordinaria azione di governo, dalla sua lungimiranza politica”, dice la vicepresidente De Robertis. Rivolta ai ragazzi, parla “dell’importanza dello studio, che nell’agire di Fanfani è sempre stato profondo, e della capacità di apprendere”. Il Consiglio regionale “non solo rende il giusto omaggio a un grande toscano, che ha partecipato alla costruzione dell’Italia democratica e repubblicana, ma pone il dovere della memoria e del confronto, per le istituzioni e la comunità regionale. Perché in una riflessione seria – conclude la vicepresidente –, direi scientifica dell’azione politica di chi ci ha preceduto, risiede una parte, importante, della capacità di assumere le buone scelte nel governo della cosa pubblica”.

Il professor Piero Roggi, ordinario di storia del pensiero economico all’Università di Firenze, ricorda il Fanfani “storico sociale, che aveva insegnato storia economica alla Cattolica di Milano, prima di dedicarsi alla politica”. Uno studioso particolare, “di quelli che hanno anche la capacità di vaticinare il futuro”, e che poi aveva imparato a distinguere “il vero politico dal politicante, la cui insipienza può risultare molto dannosa”. Roggi lancia una proposta, rivolto a Giani: “La Regione completi quello che il Senato, ingrato, ha lasciato a metà: la pubblicazione dei suoi diari, opera concepita in sei volumi e interrotta con la pubblicazione del quarto”.

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ultimo aggiornamento: 21-11-2019


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